Prova della BMW K 1600 GT: 6 cilindri, cambio elettro-assistito sospensioni semi-attive retromarcia 160 cavalli e un motore che fa godere.
Le prime tappe del nostro tour sono state l’Oltrepò e poi la Valtellina e Bormio, in modo da provare prima l’uso in città (Milano) poi le statali e le superstrade molto scorrevoli per poi andare tritare la moto sui passi alpini dello Stelvio e del Gavia.
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Come va
All’inizio, seppur abituato a guidare pesanti cruiser americane, avevo un po’ di timore nel mettermi in sella a questa enorme moto da viaggio. Sono 1,70 per 75 chili e quando sali, ti rendi conto di essere un po’ sotto misura per la moto che invece pesa 320 kg.
Ma c’è un ma… basta accendere il motore e mettere la prima. Dopo già pochi metri entra in gioco il fattore BMW: anche questa enorme moto sembra una bicicletta. Ci infiliamo in un paio di stradine per prendere la mano e facciamo inversione come se fossi su un GS per di più in uno spazio molto ristretto senza nemmeno ricorrere alla retro (fondamentale!).
La moto in città fa sentire il suo peso, ma la ciclistica e l’ergonomia, mettono davvero tutti in condizioni di guidare senza tensioni e nella massima scioltezza. Attraversiamo il traffico, le code, le svolte strette anche a basse velocità senza alcuna esitazione.
Il motore, con i sui 6 cilindri e 160cv, risponde sempre dolcemente senza fare scherzi, sempre presente e reattivo anche con le marce più lunghe e ai giri più bassi, a volte non ti accorgi nemmeno di essere in sesta a 50 km/h.
Passiamo alle statali e alla superstrada: comoda, protettiva, con tutta la strumentazione e i comandi a portata di mano. Anche con una discreta pioggia di qualche minuto ne siamo praticamente usciti asciutti. Il parabrezza regolabile e la carena vi fanno davvero sentire a bordo di un suv. Forse è questo che viene un po’ a mancare durante la guida: la sensazione di una moto vera, sbilanciandosi più verso il comfort di un’auto.
Tiriamo il motore che gira perfetto e risponde subito, trovandoci però a velocità oltre limite senza rendercene conto, rallentiamo. I cavalli si sentono, i chili no. La moto viaggia come su un binario, senza mai scomporsi e senza mai dare segni di instabilità, anche nelle curve più veloci sui fondi poco regolari.
Superati i tratti più noiosi, passiamo al test più bastardo, quello dei passi alpini con tornanti e passaggi impegnativi: prima lo Stelvio, poi il Gavia. Tra motore e ciclistica cerchiamo di trovare dei difetti senza successo, la progettazione di BMW è stata davvero impeccabile.
La salita allo Stelvio è puro divertimento, con questa cicciona tedesca che piega e si inerpica seminando moto ben più snelle e agili. Nella discesa verso Merano mettiamo alla prova freni e ABS, che insieme alle sospensioni, non ci fanno sgarrare di un millimetro. Inizio quasi ad innervosirmi… ma stiamo arrivando al Gavia, qualcosa salterà fuori?
Niente! Ovviamente sui tornanti peggiori della salita al Gavia, devo stare in seconda e in alcuni casi anche in prima (quando arriva qualcuno), ma la moto c’è. Il peso ovviamente non scompare, e nei passaggi più stretti lo avverti, ma di nuovo la coppia vincente motore/ciclistica fa il suo impeccabile dovere, portandoci in cima come se fossimo si di una tourer di medie dimensioni.
Il comfort
Inutile soffermarsi sui dati tecnici a tutti bene noti. Il vero lusso di questa moto è il comfort di guida.
- Una sella enorme, riscaldata per il pilota e il passeggero insieme alle manopole.
- Parabrezza elettrico davvero efficace anche alle alte velocità senza creare fastidiose turbolenze.
- Carena studiata per proteggere il pilota senza rinunciare alle doti aerodinamiche. Radio, navigatore, strumentazione elettronica pari a quella di un’auto.
- Ergonomia ai massimi livelli: nei passaggi più caldi di luglio ci siamo persino messi a guidare in piedi per prendere aria, con il controllo di una maxi enduro.
- Assenza di vibrazioni e motore che eroga dolcemente ma senza titubare tutta la sua potenza su tutto l’arco dei giri.
- Cambio elettro-assistito che vi fa dimenticare l’uso della frizione ed è ancora più immediato nei passaggi più impegnativi quando di colpo dovete scalare marcia.
- Sospensioni regolabili, telaio, Dynamic Esa rendono la moto una protesi delle vostre gambe e braccia, dandovi la sicurezza che desiderate in ogni condizione di fondo e guida.
- Retromarcia, indispensabile, un pò brusca all’inizio ma si impara subito a dosarla.
- Borse capienti e ben disegnate come tutta la moto che si è dimostrata essere a mio parere ben più elegante e aerodinamica della R 1200 Gt.
In conclusione
Ecco quali sono i due problemi: la moto è talmente comoda e ben progettata che sembra di guidare un’auto (con due ruote in meno), il prezzo non è per tutti, 26.400 Euro.
Ma se vi potete permettere questa spesa, allora state acquistando la moto stradale da viaggio definitiva, perché la tentazione di caricare quello che vi serve e partire per fare il giro del mondo è davvero altissima.
Foto di Fabio Casuccio
Abbiamo utilizzato: casco Arai Concept-X, intercom Sena 10C EVO, abbigliamento e stivali Dainese.
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