HAT Sanremo Sestriere 2021, uno degli eventi adventure più attesi, quest’anno l’abbiamo fatta e finita, senza rinunciare ai comfort.
Purtroppo l’edizione 2020 è stata mutilata da un guasto alla moto di chi vi scrive. Ma i nostri affezionati amici e lettori non hanno voluto rinunciare al divertimento e si sono ri-presentati alla partenza della più classica delle avventure italiane. Ecco il racconto di Giacomo Depaoli.
Venerdì mattina, moto pronta, borse Enduristan montate, camere d’aria di scorta, attrezzi, borsa legata sul portapacchi. Si parte!
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Ritrovo a Masone con un compagno di avventura e con molta calma arriviamo a Sanremo godendoci la statale vista mare per non compromettere eccessivamente le gomme tassellate che in autostrada non sono a loro agio.
L’HAT Village
A Sanremo l’organizzazione è impeccabile come sempre, con centinaia di moto ordinate nel piazzale e tanti stand dedicati all’adventouring. Aspettando che le moto siano gommate nello stand Anlas giriamo tra gli stand di Enduristan, Garmin, Klim, e prendiamo una delle sempre belle magliette di @amanetta.
Andiamo a completare l’iscrizione e ci viene dato il numero, 246, siamo tra gli ultimi, e inizio ad agitarmi perché il mio piano strategico rischia di saltare miseramente. Ci raggiunge il terzo avventuriero e assistiamo al briefing a noi dedicato (CLASSIC) senza particolari segnalazioni sul tracciato: il percorso della Classic prevede oltre 500 km tra fuoristrada e asfalto con le partenze dalle 10.00. Serata tranquilla, cena vista mare e in branda presto.
La partenza: Sanremo – Boves
La mattina della partenza andiamo a fare il pieno (consigliamo sempre di partire pieni di benzina perché non è scontato trovare stazioni di rifornimento nel momento del bisogno) e consegniamo le borse con i cambi che ci verranno trasportate all’arrivo a Sestriere.
Alle 11.30 inizia la nostra avventura! Si alternano tratti asfaltati a off road di media difficoltà adatti a maxi enduro da oltre 200 kg, percorsi molto panoramici e mai banali, bisogna sempre stare attenti perché l’insidia in fuori strada è sempre dietro ad ogni curva.
Particolare attenzione deve essere prestata nelle parti polverose dove la visibilità è quasi azzerata dalle moto che precedono, situazione stressante che può mettere in crisi anche i biker più esperti, ma per fortuna noi siamo andati alla grande senza alcun problema. Attraversiamo la Liguria con le sue viste panoramiche e i suoi percorsi “scassati” e lenti, forse i più tecnici dell’evento, decidendo di saltare alcuni ristori in borghi abbarbicati sulle montagne per fare tardi alla tappa di Boves.
Procediamo con regolarità e capita spesso di essere sorpassati e di superare altri gruppi, operazione svolta sempre con massima attenzione, anche se non tutti lo fanno prudentemente, dimenticando che la HAT non è una gara…
L’arrivo a Boves è quello delle grandi occasioni: tutta la piazza per noi, l’eccitazione da motori è palpabile e la stanchezza inizia a farsi sentire, sono circa le 19.30 siamo in perfetto orario. Dopo un oretta scarsa si riparte, il sole è tramontato e si accendono i fari.
Boves – Melle (e Hotel)
Dopo un bel po’ di km su asfalto arriviamo torniamo “off-road”, e dopo un oretta di guida notturna (esperienza vivamente consigliata e non eccessivamente complicata da gestire), arriviamo molto stanchi a Melle, dove ci aspetta una camera di albergo. Riusciamo a farci una doccia e a dormire circa 5 ore.
Alle ore 5,30 sgattaioliamo furi dall’hotel senza fare troppo rumore. Il Garmin Montana 750ì ci guida con estrema precisione su un percorso montano impegnativo specialmente in discesa. Il fondo ghiaioso è decisamente instabile e le lezioni prese nei vari corsi di Enduro e Maxi enduro sono state la scelta migliore per procedere in modo sicuro e a una una velocità costante.
Melle – Pranzo e Arrivo
Il sole sta sorgendo le montagne si colorano: lo spettacolo è senza pari. Si alternano tanti sterrati a lunghe e divertenti tratte su asfalto, per rilassare un po’ le gambe dopo quasi 400 km di percorso. Arriviamo nella cava, tutta per noi, con un panorama mozzafiato e le velocità che aumentano in tutta sicurezza.
Procediamo ancora per qualche ora arrivando sulle splendide montagne che circondano Sestriere. Qui parte la mitica strada dell’Assietta, il percorso fuoristrada super panoramico ma molto lento a causa del traffico (moto, auto, bici…).
Alle 13:30 di domenica arriviamo a circa 20 km dall’arrivo, molto in anticipo e decidiamo di fermarci in un rifugio a mangiare. Più che un pranzo frugale è stato un banchetto di nozze, che poi ha inciso negativamente sulle prestazioni atletiche degli ultimi km. E con la pancia piena e il sorriso sulle labbra arriviamo verso le 16,30 a Sestriere.
Conclusioni
Soddisfatti e stanchi ci siamo messi a chiacchierare con gli altri partecipanti, tutti felici dell’impresa, anche se molti si lamentavano del troppo asfalto percorso. Personalmente ritengo che non si possa fare diversamente, sia per collegare i vari off road, sia per permettere a noi enduristi amatoriali di riposarci. Qualcuno ha raccontato gesta eroiche sul percorso classic, con due ore di riposo, ma noi abbiamo dimostrato il contrario: è fattibile anche senza rinunciare ai comfort.
Posso assicurarvi che è una esperienza molto intensa, che consiglio a tutti gli amanti delle maxi enduro e del fuoristrada in generale. Il consiglio che mi sento di dare a chi vorrà partecipare alle prossime edizioni, è quello di stare tranquilli: se vi spaventa guidare di notte in fuoristrada potete organizzarvi e riposare nelle ore notturne. Al contrario, non sottovalutate mai la HAT perché non è una passeggiata guidare una moto di oltre 200kg per così tante ore, specialmente in off-road. Se non avete esperienza, fate prima un bel corso per acquisire le basi e la tecnica di guida in fuoristrada.
di Giacomo Depaoli