Itinerario in moto nel Friuli Venezia Giulia, tra il verde del lago di Barcis fino al cuore delle Dolomiti Friulane.
Attraverseremo le desolate “terre magre”, note appunto come Magredi, per scoprire tutte le curve tra Aviano, Montereale, Valcellina e Maniago e lo scenografico altopiano di Piancavallo.
Un itinerario immersivo nella regione del Friuli Venezia Giulia di circa 174 chilometri per gli amanti delle strade montane.
Indice dei contenuti e tappe
- I Magredi
- Maniago
- Montereale Valcellina
- Piancavallo
- Cimolais e lago Barcis
- Belluno
- Itinerario e mappa
Partiamo da Pordenone, dopo però aver passeggiato per la cortina edilizia che si snoda ai lati di corso Vittorio Emanuele tra palazzi medievali e seicenteschi fino al Palazzo comunale.
I Magredi
Da Pordenone ci dirigiamo in direzione nord verso Vivaro, guidando tra foreste, montagne e la vista dei Magredi, detti anche Grave. Si tratta di un vasto territorio dall’aspetto desolato e desertico, quasi lunare, dove i torrenti Cellina e Meduna hanno creato un fondo sassoso. Siamo in presenza di una distesa arida, torrida in estate e ghiacciata in inverno, una steppa italiana, con flora e fauna singolare. Nel 1996 i Magredi sono stati inseriti nell’elenco europeo dei Siti di Importanza Comunitaria, i SIC. Alcune zone sono inibite ai civili, in quanto il territorio è utilizzato dall’esercito sia italiano che statunitense per le esercitazioni con i carri armati e mezzi d’assalto.
Maniago
Arrivati a Vivaro raggiungiamo Maniago tramite la SP27 e ci fermiamo per visitare la città, insignita della bandiera arancione del TCI. Maniago è famosa sin dal Medioevo per le sue coltellerie e la nobile arte di forgiare le lame. Si sviluppa intorno a piazza Italia e la sua fontana ottocentesca e gli antichi edifici come palazzo d’Attimis, la chiesa dell’Immacolata e la Loggia comunale del ‘600. Consigliamo la visita al museo dell’Arte fabbrile e delle Coltellerie.
Montereale
Rirendiamo le moto e percorriamo la SR251 alla volta di Montereale Valcellina dove storia e geografia si mescolano. Montereale è il casato che visse nel castello oggi diroccato, mentre la Valcellina è la vallata attigua, antico nodo commerciale della pedemontana e oggi importante area geografica con testimonianze degli insediamenti umani già dal periodo protostorico. Da non perdere la manifestazione a cavallo di ferragosto dal curioso nome: “da curtì a curtì”, nella quale i cortili privati vengono aperti al pubblico con stand culinari legati alla tradizione locale.
Piancavallo e le Dolomiti Friulane
Lasciata Montereale, ci dirigiamo verso Piancavallo guidando lungo la Pedemontana SP29 fino ad Aviano e poi su, per i tornanti che ci porteranno alla nostra prima tappa dolomitica. Piancavallo è una nota località sciistica e sportiva. Sorge nelle Dolomiti meno note e mondane, più vere, insomma. Non per altro patrimonio mondiale dell’Unesco e protette dal parco regionale delle Dolomiti Friulane che con i suoi 37.000 ettari di natura incontaminata è il parco più esteso del Friuli.
Cimolais e lago di Barcis
Da Piancavallo imbocchiamo la stupenda strada panoramica del Pian delle More che dopo circa quindici chilometri ci porta alla vista del bellissimo lago artificiale Aprilis o di Barcis (nome del paese principale della sponda nord). Guidando verso Ponte Antoi troviamo l’ingresso della Riserva naturale Forra della Cellina compresa nel Parco regionale delle Dolomiti Friulane e ci fermiamo a visitare l’orrido scavato dal torrente Cellina. Meta degli scalatori di tutto il mondo vista la presenza di pareti a strapiombo. Guidiamo poi sulla Sr251 e poi sulla SP20 fino a Andreis , caratterizzata dalla presenza dell’area di recupero avifaunistico per la cura dei rapaci. Lasciata Andreis torniamo sulla SR251 fino a Barcis , graziosa località turistica dove parcheggiamo le moto per sgranchirci le gambe con una passeggiata sul lungo lago e mangiare qualcosa in uno dei molteplici ristoranti presenti. Riprendiamo le moto e andiamo a Cimolais, località incastonata tra le montagne. Prendiamo la panoramica strada di 13 chilometri che, risalendo la val Cimoliana, ci porta al rifugio Pordenone, tanto caro allo scrittore Dino Buzzanti. In estate è a pagamento e inibita se c’è troppa affluenza, però ne consigliamo l’esperienza. Tornati a Cimolais riprendiamo la SR251 e superiamo il passo di Sant’Osvaldo, fino alla zona del Vajont dove sono ancora presenti le ferite sulla montagna lasciate dalla frana del 1963.
Belluno
La SR251 ci porta con i suoi tornanti oltre il confine col Veneto a Longarone e dove prenderemo la SS51 fino a Ponte nelle Alpi e poi la SS50 per la nostra meta: Belluno, inserita nel Parco Naturale delle Dolomiti bellunesi e circondata dalle alte montagne che le fanno da cornice. Da visitare il suo piccolo centro storico ordinato e raccolto e gli scorci panoramici.