In moto dal Friuli all’Ungheria

Alla scoperta delle terre ungheresi in moto. I percorsi attraverso la storia di un nobile paese e della regina Elisabetta d'Austria, amata dal popolo e nota come la Principessa Sissi. Di Francesco Tamai.

Ungheria in moto Budapest Lago Balaton
In moto in Ungheria : Budapest - Bastione dei Pescatori e Chiesa di S. Mattia

Ungheria in moto, uno dei più nobili paesi d’Europa da scoprire. Ecco il viaggio di Francesco dal Friuli sulle orme della Principessa Sissi.

Non che sia necessario averne uno, ma un obiettivo da perseguire a volte è semplicemente più divertente, così, dal desiderio di far vedere Budapest a mia moglie, è nata una gita di 4 giorni, un pellegrinaggio se volgiamo, in alcuni luoghi abitati dall’imperatrice d’Austria Elisabetta, ben più nota col soprannome di “Principessa Sissi”, che si dice sia stata la regina più amata in Ungheria.

Budapest non ha bisogno di particolari presentazioni. Chi conosce questa città sa la magnificenza dei suoi palazzi e quel senso di enormità che si prova davanti ad edifici come il Palazzo Reale o il Parlamento.

KESZTHELY ED IL CASTELLO DI FESTETICS

Ma il viaggio, partendo dal Friuli Venezia Giulia, comincia attraversando un pezzetto dell’antico Impero Austro-Ungarico, con la prima tappa a Keszthely, già in Ungheria, dove è stato costruito il Castello Festetics che fu una delle residenze della Principessa.

La tappa è parecchio lunga, circa 510km percorsi come di consueto per le strade urbane, la mia Suzuki DL 650 V-Strom XT è equipaggiata con le sue due valige del pacchetto touring che contengono l’una le tute anti pioggia e le ciabatte e l’altra i cambi per due per 4 giorni, il bauletto, che resta libero e la borsa serbatoio con i caricabatterie, il beauty case e il borsello del primo soccorso (obbligatorio in Austria e Slovenia) più un gilet ad alta visibilità. Qualche giro alla manopola per indurire il mono, azzeriamo il contachilometri e siamo pronti per raggiungere la Via Julia Augusta, che collegava già dai tempi degli antichi Romani, Aquileia alla Provincia Norica ovvero l’odierna Carinzia in Austria (ma che comprendeva anche parte dell’attuale Ungheria e della Slovenia). Ci lasciamo alle spalle Tarvisio per passare il primo confine entrando in Austria, dove subito ci adeguiamo alle rigide regole stradali che prevedono un rigoroso rispetto dei limiti di velocità, soprattutto e giustamente, nei centri abitati. La strada corre liscia e perfetta, in un ambiente ordinato e pulito e soprattutto con scarsissimo traffico eccezion fatta per gli attraversamenti di Villach e Klagenfurt e per ora di pranzo ci fermiamo sul confine, anche per fare benzina. Dopo un, si fa per dire, leggero pasto, ripartiamo alla volta di Keszthely e, appena varcato il confine, il paesaggio lentamente cambia, sia da un punto di vista naturale che urbanistico. Le Alpi lasciano posto a più dolci rilievi che degradano verso la pianura ungherese e le strade sono meno curate con parecchie case dall’aspetto trascurato e con uno stile architettonico diverso da quelle austriache. Raggiungiamo finalmente Castel Festetics nel tardo pomeriggio, parcheggiamo la moto e sfruttiamo il bauletto libero per cacciare dentro i giubbotti; nonostante sia metà settembre ci sono quasi 30 gradi. Purtroppo abbiamo un’amara sorpresa: le visite al castello finiscono alle 17:00, quindi da mezz’ora prima sono interdetti gli ingressi. Resta una pur valida possibilità di visitare il parco che, per magnificenza lascia intendere lo sfarzo in cui viveva la nobiltà di fine ‘800. Riposandoci sulle panchine del castello, approfittiamo per prenotare un alloggio attraverso il circuito airbnb che ci permette una sistemazione economica presso una famiglia ungherese. Purtroppo al castello non rinveniamo tracce di Sissi ma la Principessa, inaspettatamente, si fa trovare alla sera sulla romanticissima riva del lago, nelle sembianze di una candida statua in cui è scolpita con uno dei suoi amati cani.

PARTENZA PER BUDAPEST

Il mattino ci trova in moto lungo la riva nord del lago Balaton, una strada molto bella e panoramica anche se i continui attraversamenti pedonali e le isole spartitraffico all’ingresso di ogni paese ci fanno ricordare di mantenere d’occhio il tachimetro. Qui, come in Austria, tutti rallentano vistosamente all’ingresso di ogni paese e intuisco che una pattuglia di polizia munita di laser potrebbe guastare seriamente la vacanza.

In circa due ore e mezzo siamo nel traffico del fine settimana di Budapest, l’ingresso alla città è una larga strada a più corsie che permette ai motociclisti di sgattaiolare tra le auto anche se noi non ci azzardiamo a farlo, almeno fino a quando non ci accodiamo ad una BMW K 1600 e ad una V-STROM 650 che letteralmente schizzano tra il traffico; mi incollo ai due centauri locali e col gas spalancato entriamo a passo di carica fino al momento di separarci ad un semaforo, dopo i rispettivi complimenti. Dove vai, vai, un motociclista è sempre un motociclista. Arriviamo giusto in tempo per un panino prima di recarci al Palazzo Reale. La grandiosità di questo edificio difficilmente si può descrivere a parole, da un estremo all’altro dei bastioni su cui è costruito ci saranno almeno 500 metri di cui almeno la metà sono il corpo del palazzo ed il resto gli edifici annessi. Da lassù l’Imperatore Francesco Giuseppe poteva controllare tutta la città e ci siamo immaginati Sissi al suo fianco ma, ancora una volta, siamo rimasti sorpresi nel visitare il Palazzo perché, nei 4 piani dedicati alla storia del popolo ungherese, non abbiamo trovato reperti che menzionassero la Principessa. In effetti, in tutta Budapest è presente un’unica statua in bronzo di Elisabetta, soffocata e quasi abbandonata in un modesto anche se curato giardinetto sotto al cavalcavia che porta al ponte omonimo, costruito in suo onore. Cominciamo a pensare che Sissi, per quanto si fosse spesa per l’autonomia del regno ungherese rispetto alla corona austriaca, non fosse poi così amata dai suoi sudditi. Anche qui prendiamo alloggio tramite la piattaforma Airbnb e lo troviamo in periferia, dove ci attende un intero appartamento tutto per noi, accolti da una gentile signora con la quale abbiamo comunicato usando il traduttore di Google. Budapest è molto trafficata ma anche disciplinata, bisogna tuttavia tenere gli occhi bene aperti perché è farcita di semafori.

L’ultimo tentativo che ci rimane è visitare il Bastione dei Pescatori dove si erge la Chiesa di San Mattia, luogo dell’incoronazione di Elisabetta come Regina d’Ungheria. Prendiamo la moto parcheggiata sotto le adombranti mura e iniziamo un giro per la trafficata città. Girare in moto in due ha i suoi pregi: mentre il pilota resta concentrato sulla guida, il passeggero gli fornisce le indicazioni stradali direttamente tramite gli interfoni, senza il bisogno di guardare il navigatore. Le snelle valige della Suzuki poi non danno alcun impaccio se si riesce ad adattarsi alla loro scarsa capienza. Arriviamo così davanti alle scalinate del Bastione e parcheggiamo quasi davanti. Ancora una volta arriviamo troppo tardi: la chiesa è aperta solo per le funzioni religiose e l’ultima era appena conclusa. Anche stavolta non ci resta che accontentarci dell’esterno. Sissi era molto restia alle formalità dell’epoca e forse per questo non la ritroviamo nei luoghi più importanti.

GÖDÖLLÖ

La nostra ultima speranza risiede a Gödöllö una cittadina a circa un’ora a est di Budapest dove fu fatto erigere un castello che divenne in seguito la dimora preferita della nostra Principessa. La strada è un po’ monotona perché pressoché dritta ma almeno si può correre un poco, la V-Strom è molto parca nei consumi e, nonostante in due con le valige si attesta su un ottimo 23,5 km/l con la benzina a 95 ottani che, a mio parere, rende di meno anche come percorrenza. Il castello è secondo solo a Versailles e ci riserva la visita più sorprendente riguardo la storia della regnante, è qui che, finalmente, possiamo trovare le vestigia della principessa più famosa d’Europa: Elisabetta di Baviera, imperatrice d’Austria e Regina d’Ungheria, la Principessa Sissi. In una ubriacatura di dipinti, statue, foto, documenti dell’epoca, usciamo soddisfatti di aver centrato l’obiettivo del nostro viaggio motociclistico in terra d’Ungheria. Ora possiamo finalmente tornare a casa. Lo faremo attraverso un’altra strada, attraverso la Slovenia, anch’essa un tempo sotto il dominio ungherese.

RITORNO A CASA

Il rientro a casa è per la via più breve, ma sempre senza autostrada, che ci vede fissare una tappa a Maribor in Slovenia dove abbiamo prenotato in giornata un appartamentino stavolta tramite la piattaforma Booking. La strada fino al confine è a tratti monotona e noiosa, fino a quando, sul calar del sole, non inizia a diventare movimentata perché raggiungiamo finalmente le montagne che segnano il confine tra Ungheria e Slovenia. Il sole ormai è un lumicino e cerchiamo di forzare il ritmo per non trovarci in mezzo alle montagne al buio, ma non ci riusciamo. Improvvisamente, quasi senza accorgercene, attraversiamo il confine. Ci fermiamo per indossare le trapunte dei giubbotti, inizia a fare freddo e umido, la strada è stretta, dissestata, per nulla illuminata e il casolare abbandonato della vecchia dogana ha un che di spettrale. Rimontiamo e partiamo veloci, sperando che non ci attraversi la strada qualche animale e che l’asfalto non peggiori ma, appena superiamo il cartello con scritto “Slovenia” il manto d’asfalto si fa liscio e dei paletti che sembrano appena posati, riflettono la luce del faro disegnando il percorso davanti a noi, aiutati anche da una linea di mezzeria appena ridipinta: una pista da moto GP rispetto a quella da motocross ungherese. Nonostante la strada resti un biliardo, spariscono nell’ordine: i paletti, la linea di mezzeria ed infine si restringe anche la carreggiata. Confidiamo nel navigatore e nelle due auto che incrociamo, indice che da qualche parte si arriva e alle 21:00 scolliniamo e scendiamo a Maribor, dove ci aspettano per farci dormire.

Il mattino dell’ultimo giorno di viaggio prevede una tappa pranzo a Lubiana, la capitale Slovena, piccola ma sempre affascinante e romantica, col suo castello al centro, sulla collina e circondato dal fiume, ed il suo mercato in piazza. Sconfiniamo a Gorizia, attraversando il Collio e rientriamo a casa con ancora negli occhi la maestosità dei palazzi di Sissi.

Friuli in moto - La Via dei Laghi - Francesco Tamai

Foto e testo di Francesco Tamai.