Capo Nord, due parole che rientrano nel vocabolario e nei sogni di quasi tutti i motociclisti, ma come ci si arriva? Cosa significa realmente andare a Capo Nord? Scopritelo con la nostra guida!
Nordkapp, impariamo a chiamarlo con il suo vero nome, non è un luogo, è un viaggio, un percorso, un’impresa. Bella la foto con il globo, ma vogliamo paragonarlo a tutto quello che c’è prima, alla Norvegia? Dico Norvegia perché non è la via più veloce, ma sicuramente la via che “deve” essere percorsa almeno all’andata o al ritorno.
La prima cosa da fare è scegliere come arrivare all’inizio di questa meravigliosa nazione e le scelte dall’Italia non mancano. Nel nostro caso abbiamo preferito attraversare la Svizzera passando per il Passo dello Spluga, accarezzare l’Austria e il Liechtenstein, entrare in Germania percorrendo velocemente l’autobahn e infine la Danimarca. Inoltre il clima è molto diverso dal “continente” e non va mai sottovalutato; le temperature sono decisamente più basse e le giornate spesso piovose: lasciate a casa le giacche super traforate e i pantaloni estivi, qui difficilmente vi saranno utili anzi.
INDICE DEI CONTENUTI
Diario di viaggio
La nostra idea era quella di percorrere tutta la costa della Norvegia, deviando verso l’interno solo per ammirare i fiordi più belli e famosi di questa terra, evitando così i “tagli” che ci avrebbero fatto risparmiare tempo ma che ci avrebbero fatto perdere queste meraviglie. Risalendo da Kristiansand, la prima città che incontriamo è Stavanger, conosciuta per essere il porto di partenza di molte crociere nei fiordi, seguita da Bergen, famosa cittadina per le sue casette colorate sul mare.
Da qui in su inizia la vera Norvegia, fatta di strade perfette, senza buche e con curve a raggio costante, contornate da cascate vertiginose e foreste viste solo nei film. Purtroppo, o per fortuna, i limiti sono bassi (80km/h) e vengono fatti rispettare, con autovelox fissi e pattuglie con laser nascoste e non segnalate. Per questo motivo la Norvegia deve essere assaporata lentamente, godendosi il paesaggio unico e la sua fauna, che non esiterà ad attraversarvi la strada facendovi capire chi sono i veri proprietari di questo paradiso.
Dopo qualche ora di curve infinite, raggiungiamo il fiordo di Geiranger, forse il più famoso tra tutti e tappa imprescindibile di praticamente tutte le crociere norvegesi. A questo punto non ci resta che impostare sul navigatore la destinazione “Trollstigen” (scala dei troll in italiano) e lasciarsi ubriacare dalle migliaia di curve che vi aspettano. Sul tragitto troverete una strada molto ripida, fatta solo ed esclusivamente di tornanti che, nel giro di qualche chilometro, vi porterà ad ammirare il fiordo sottostante da qualche centinaio di metri d’altezza.
Arrivati al Trollstigen, il vero spettacolo è la discesa. Anche qui troviamo una serie infinita di tornanti sospesi nel vuoto e letteralmente attraversati da cascate, motivo per il quale difficilmente metterete la seconda visto che sarete sempre fermi con la macchina fotografica in mano.
Non meno famosa di “Nordkapp” è l’Atlantic Ocean Road. Seppur per pochi chilometri, vi attendono una serie di ponti costruiti sui tanti piccoli scogli che sono presenti in questo tratto di costa norvegese. Il risultato sono degli scorci, famosissimi sui social, in cui vedrete letteralmente la strada sparire a causa della pendenza molto accentuata di questi tratti. Anche qui le soste per le fotografie sono d’obbligo.
Passato anche questo punto, la distanza è ancora tanta (più di 2000 km) e il navigatore tenterà in tutti i modi di farvi prendere la strada più diretta e monotona, ma noi avevamo deciso che la costa della Norvegia andava vista tutta e così è stato fatto. Per questo motivo abbiamo diviso il viaggio in tappe di circa 500 km al giorno, impiegando spesso tante ore di guida, sia per i limiti che per i capricci del meteo (tenendo anche conto dei tanti traghetti da prendere).
Mano a mano la vegetazione diventa più rada, iniziano a spuntare le prime renne in mezzo alla strada, il sole non ci abbandona mai, neanche la notte, e la temperatura inizia a essere più rigida. Le pieghe e i i cartelli con scritto “Nordkapp” non si contano più e, pieno dopo pieno, iniziamo a sentire il profumo dell’obiettivo.
Dopo infiniti chilometri ci troviamo finalmente all’imboccatura del tunnel sottomarino che collega la terraferma con l’isola su cui si trova Capo Nord (lungo circa 7 km, con una pendenza di tutto rispetto, essendo a più di 200 metri sotto il livello del mare). Di fronte a noi appare Honningsvag, l’ultimo centro abitato prima del globo. Anche qui troviamo tante navi da crociera pronte a riversare una marea di turisti, desiderosi di immortalare un momento in un luogo speciale.
La giornata è stupenda, senza neanche una nuvola e, fatto l’ultimo pieno di benzina, decidiamo che è arrivato il momento di percorrere gli ultimi 30 km che ci separano dal globo. Ricordate quello che dicevo prima riguardo il cambio repentino del meteo? Perfetto, nel giro di 5 curve ci troviamo avvolti da una nebbia tipicamente invernale con la visibilità che scende a qualche metro, mentre la temperatura arriva a 8 °C, alle 15 del 15 luglio!
Dopo circa 30 minuti iniziamo a scorgere in mezzo alla nebbia una piccola casetta sulla strada dove, una ragazza italiana, ci spiega come funziona l’ingresso al globo. Poco dopo iniziano ad apparire una marea di moto, camper e auto, lì abbiamo capito di essere veramente arrivati!
Purtroppo il meteo non è stato clemente da permetterci di scattare una bella foto con il sole e il mare ma, guardando le foto di altre persone che ci sono state prima di noi, capiamo che forse non siamo neanche stati così sfortunati. Selfie di rito e moto in direzione cottage, sapendo che saremmo tornati al globo intorno alle 2 del mattino per vedere il sole di mezzanotte, evitando la marea di gente e potendo portare la moto proprio sotto.
Fortunatamente siamo riusciti a prenotare per la notte nel campeggio più vicino a Capo Nord, in modo da poterci tornare di notte senza fare troppa strada. Qui abbiamo trovato un cottage veramente minimale ma completo di tutto, compresa una cucina in comune che ci ha permesso di farci un piatto di pasta oltre il 71° parallelo. Inutile dire che abbiamo dovuto accendere il riscaldamento, mentre a Milano si sfioravano i 40 °C!
Messa la sveglia all’1 del mattino, in circa 10 minuti ci siamo trovati nuovamente al globo ma, nonostante l’ora, non eravamo soli, spostata una moto per la foto, ne arrivava subito un’altra, pronta per essere immortalata. Salutiamo i due ragazzi tedeschi che ci hanno fatto le foto e questo posto che per anni è stato solo un puntino sul mio Maps; ora la bisogna pensare al ritorno verso casa.
Le alternative per il ritorno sono sostanzialmente tre: attraversare nuovamente la Norvegia, andare direttamente in Finlandia e scendere passando per le capitali baltiche oppure fare una parte di Finlandia per poi attraversare tutta la Svezia. La prima è sicuramente la scelta più interessante ma vorrebbe dire mettere in conto almeno due giorni in più per il ritorno, stessa cosa per la seconda che oltre al tempo aggiungerebbe anche quasi 2000 km al totale mentre la terza è la più veloce e diretta. Se avete tempo prendete in considerazione le prime due, altrimenti puntate alla Svezia come abbiamo fatto noi, deviando solo a Rovaniemi per una visita alla casa di Babbo Natale.
Purtroppo quasi sempre in un viaggio, il ritorno non ha mai lo stesso sapore dell’andata, e in questo non abbiamo fatto eccezione. La bellezza selvaggia della Norvegia e delle sue strade disegnate per i motociclisti si contrappone alla noia delle strade svedesi, tutte uguali e maledettamente dritte. Ora non ci resta che metterci il cuore in pace e vivere del ricordo di quello che abbiamo vissuto in questi 10 giorni, facendo una promessa a noi stessi: “Norvegia questo non è un addio!”.
Cibo
i paesi del nord sono più cari rispetto all’Italia e su questo non ci piove. La Norvegia è sicuramente più cara anche della Svezia, Finlandia o della Danimarca. Se il vostro viaggio deve o vuole rimanere “low budget” vi consiglio, come abbiamo fatto noi, di portarvi del cibo da casa che si possa facilmente cucinare. Noi abbiamo fatto così per tutte le cene mentre per i pranzi abbiamo quasi sempre pranzato velocemente in qualche fast food o posto simile. Nel peggiore dei casi potete anche comprare del cibo al supermercato di giorno in giorno.
Dormire
Molta gente parte in tenda per questo viaggio ma sinceramente non fa per noi. Abbiamo deciso che avremmo sempre dormito con un tetto sopra la testa e un bagno a disposizione, anche in previsione delle piogge che avremmo potuto prendere. Rimanendo su un budget basso abbiamo evitato gli alberghi (se non in pochi casi dove non abbiamo potuto fare altrimenti) e optato per cottage, stanze in appartamenti condivisi o monolocali tutti per noi. L’unico filtro impostato nelle nostre ricerche era la cucina per evitare di dover mangiare fuori. Giocando un po’ tra Booking e Airbnb, siamo riusciti a rimanere su una media di 70 €/notte in due. Ad alzare un po’ la media sono state 2 o 3 notti in cui siamo stati obbligati ad andare in albergo causa assenza di altre possibilità.
Prenotazioni consigliate
Le uniche due cose che avevo prenotato prima di partire sono state il traghetto Hirtshals – Kristiansand e la notte nel cottage a Capo Nord per paura di pernottare troppo distante dal globo. Per il traghetto vi consiglio di prenotarlo in anticipo perché negli orari di punta in alta stagione si riempie facilmente e i prezzi rischiano di raddoppiare rispetto a qualche settimana prima (con il traghetto veloce noi abbiamo speso circa 220 euro in due con due moto). Per quanto riguarda la notte a Capo Nord è stata un azzardo che alla fine ha pagato. Per tutte le altre case/alberghi o comunque per decidere il luogo in cui ci saremmo fermati, la sera prima guardavamo dove saremmo arrivati più o meno con 500 km e li cercavamo.
Benzina e pedaggi
Attraversando tanti stati diversi bisogna prestare un po’ di attenzione al nome che utilizzano per identificare la normale “super”, anche per evitare di fare benzine speciali molto costose, come successo a noi in un paio di occasioni. Un’altra cosa a cui prestare attenzione è che in alcuni paesi si trovano benzine con un’alta percentuale di etanolo: costano poco e spesso hanno lo stesso colore della pompa, però non sono indicate per i normali motori non modificati.
Per quanto riguarda i distributori, fino a circa metà della Norvegia ne troverete più o meno come in Italia poi diventeranno sempre più rari. A volte non ne troverete per 50 o più chilometri e poi ce ne saranno 4 uno in fila all’altro. Consiglio mio è di non arrivare mai alla riserva, quindi per la percorrenza tra un pieno e l’altro regolatevi in base alla vostra moto.
Per quanto riguarda i pedaggi, partendo dall’Italia abbiamo deciso di pagare i circa 40 € di vignetta svizzera per poterla attraversare più velocemente. Per la Germania è tutto gratuito, come per Svezia e Finlandia. In Danimarca le autostrade sono gratuite ma si pagano i ponti che noi abbiamo evitato prendendo i traghetti (per attraversare Storebæltsbro e Øresundsbro con una moto si pagano circa 50 euro, solo andata). Per quanto riguarda invece la Norvegia, in moto non si pagano pedaggi. Spesso troverete dei varchi lungo la strada con indicata una cifra da pagare telematicamente, ma si riferisce solo alle auto, camper e camion.
Traghetti
Escludendo il traghetti dalla Danimarca alla Norvegia dell’andata e quello del ritorno dalla punta sud della Svezia alla Germania (Trelleborg – Rostock), in Norvegia vi troverete obbligati a prenderne tanti altri. Proprio per la sua conformazione irregolare dovuta alla presenza dei fiordi e di tante piccole isole, spesso scoprirete all’ultimo momento che la strada che state percorrendo si interrompe su una banchina. La maggior parte di questi traghetti coprono tratte che vanno da 10/15 minuti di navigazione fino a un massimo di circa 1 ora. Per quanto riguarda i tempi di attesa, nel peggiore dei casi non abbiamo mai aspettato più di 30 minuti.
Per i pagamenti troverete sempre degli addetti che vi fotograferanno la targa. A volte vi chiedono di pagare subito con carta altre invece vi dicono che vi arriverà l’avviso di pagamento a casa. In qualsiasi caso è molto comodo. Il prezzo è abbastanza contenuto per le moto; noi siamo stati tra i 2 e i 7 euro a persona a traghetto.
Pneumatici e attrezzatura
Per un viaggio così lungo consiglio di partire con le gomme nuove e possibilmente non super sportive, almeno da evitare il rischio di dover cercare un gommista nel Circolo Polare Artico. Noi abbiamo montato e testato le Roadhound di Eurogrip qualche giorno prima della partenza e ora, dopo 10000 km, sono circa a metà vita. Il grip è stato sempre ottimo in ogni condizione di asfalto e di meteo, permettendoci di percorrere questo lungo viaggio in estrema sicurezza e facendoci divertire tantissimo (dove si poteva): una vera sport tourer che ci ha davvero sorpresi positivamente. Non dimenticate un buon kit per le forature, a volte passano parecchi chilometri prima di trovare un centro abitato e un chiodo potrebbe rovinarvi la vacanza.
Abbigliamento
Dopo aver lasciato l’Italia e il caldo torrido di luglio, ho capito quanto abbia fatto bene a partire con una giacca 4 stagioni che mi ha permesso di regolarmi in base ai cambi di temperatura. Per questo viaggio ho scelto il completo di Held, composto dalla giacca Hakuna 2 e dai pantaloni Matata 2. Il sistema a strati con cerniere di ventilazione è anche completamente impermeabile oltre che molto caldo nei momenti più freddi, per cui quando la pioggia non è troppa si può tranquillamente evitare di mettere le cerata. Stesso discorso per pantaloni. Per le calzature consiglio assolutamente un paio di stivali e guanti impermeabili in Gore Tex, come i nostri di Held, che isolano perfettamente mani e piedi permettendo una perfetta traspirazione. Non scordate comunque un buon completo antipioggia, che isola alla perfezione dall’acqua e dal freddo.
Quando andare
siamo su un blog di moto per cui sono sicuro che ci vorrete andare in moto e non con altri mezzi. La scelta del periodo è abbastanza obbligata, tra giugno e metà settembre. Questo è il periodo in cui le precipitazioni sono minori, le temperature sono più alte e potrete godere dello spettacolo del sole di mezzanotte (se avete problemi a dormire con la luce, mascherina per gli occhi obbligatoria).
Consigli utili
- Come fare la foto al globo con la moto: durante il giorno (fino all’una di notte in realtà) troverete una sbarra abbassata che vi obbligherà a lasciare il vostro mezzo nel parcheggio gratuito. La visita al monumento non si paga, mentre è a pagamento l’ingresso al museo, al ristorante e al negozio di souvenir (circa 32 euro a persona). Se invece volete fare la foto con la moto sotto al globo vi basterà presentarvi indicativamente tra l’una di notte e le sei, in modo da trovare la sbarra alzata. Non è una cosa regolamentata ma è “accettata”. Se andate da soli non abbiate paura per la foto ricordo, insieme a voi ci sarà sicuramente un altro motociclista disposto a farvela visto che non vedrà l’ora di piazzare la sua moto al posto della vostra.
- Clima: come detto più volte il meteo cambia spesso e velocemente, non fidatevi di una giornata di sole pieno come non dovete abbattervi se la mattina uscite di casa sotto un diluvio. Obbligatorio l’abbigliamento anti-pioggia sempre a portata di mano e il navigatore/smartphone resistente all’acqua.
- Alla guida: visto che non siamo abituati a 3000 km di strade perfette e curve infinite, le strade norvegesi vi porteranno a ruotare molto il polso destro. Attenzione però, i velox ci sono (soprattutto a sud), le pattuglie nascoste non vengono minimamente segnalate e le multe sono decisamente più salate delle nostre. I limiti purtroppo sono veramente bassi (quasi sempre 80 km/h), ma vanno rispettati (come bisognerebbe fare ovunque). Capitolo asfalto, è perfetto sia asciutto che bagnato.