Itinerario in moto tra le splendide colline toscane, da San Gimignano a Lajatico passando per l’Abbazia di San Galgano.
‘La campagna toscana. Puro incanto, colori nitidi e contorni netti. E da qualche parte un borgo sulle colline che ti fa brillare gli occhi.‘ (Fabrizio Caramagna)
Indice dei contenuti
1. San Gimignano
2. L’Abbazia di San Galgano
3. Il teatro del Silenzio
Quando si decide di andare in un posto, in Toscana, non è mai un semplice giro in moto, parafrasando un banalissimo aforisma: “non è la destinazione che conta, ma il viaggio“. Sebbene il fine di questa scampagnata fosse la famosissima Abbazia di San Galgano, la strada percorsa per raggiungerla e in ultima per tornare a casa ci ha, come sempre, regalato immagini e posti meravigliosi. Ma andiamo con ordine.
San Gimignano
Partiamo da Lucca e ci avviamo verso San Gimignano, stupendo borgo che merita assolutamente una visita. Lasciato il centro storico alle nostre spalle, ci immergiamo subito in un paesaggio dai colori accesi e caldi. Il caldo di questi giorni sta iniziando a seccare l’erba e un cielo leggermente annuvolato rende il tutto una cartolina. Viaggiamo lentamente, gustando e assaporando appieno ciò che ci circonda, per poi fermarci non appena individuiamo un posto adatto a far foto.
L’Abbazia di San Galgano e la spada nella roccia
Arrivati a destinazione lasciamo le moto al parcheggio dedicato e ci incamminiamo verso l’Abbazia, il biglietto d’entrata prevede l’ingresso attraverso una sala dedicata alla storia di questo incredibile posto, costituto dalla Rotonda di Montesiepi e dalla grande abbazia ridotta alle sole mura. Il tetto crollò nel 1786 quando un fulmine colpì il campanile dell’abbazia, tre anni dopo fu sconsacrata e usata come stalla fino a quando nel 1926 lo Stato ne riconobbe il valore culturale, tutelandola. Il luogo è senza dubbio particolare e suggestivo e l’azzurro intenso del cielo fa da tetto a queste mura ocra.
Da lì ci avviamo verso la Rotonda di Montesiepi in cui è possibile ammirare la spada nella roccia. Questa spada venne, infatti, conficcata nel terreno da Galgano che la voleva trasformare in una croce a seguito della sua conversione nel giorno di Natale del 1180, dopo essersi ritirato ad una vita eremitica per darsi alla penitenza da una giovinezza disordinata.
Dopo un ottimo pranzetto a base di salumi e formaggi tipici della zona rimontiamo in sella per tornare verso casa proseguendo verso Volterra, dove abbiamo trovato una vera sorpresa.
Il teatro del Silenzio
Strada facendo, nei pressi di Lajatico, vediamo un cartello che indica il Teatro del Silenzio. Da toscana novellina quale sono (mi sono trasferita dal Veneto l’anno scorso) mi ci fiondo senza pensarci. Rimaniamo incantati: l’anfiteatro è stato creato sfruttando la conformazione della collina in cui si trova ed è stato inaugurato a luglio del 2006 per volontà del cantante Andrea Bocelli ed ospita uno spettacolo all’anno e al centro del palcoscenico circolare è situata una scenografia diversa di anno in anno, quella che ci troviamo davanti si chiama ‘Ali di libertà’ di Daniele Basso. La platea nei giorni in cui il teatro non è in attività viene completamente smontata e il palco si trasforma in un lago artificiale.
Lasciamo questo luogo ricco di magia e riprendiamo la strada del ritorno in cui ci imbattiamo in una enorme scultura ad anello che spicca da una collina e fa da cornice al paesaggio circostante, la Boldria di Mauro Staccioli.
La Toscana è quella regione in cui, da qualsiasi parte ti volti, nulla è scontato e tutto sempre, continuamente riesce a sorprenderti e a regalarti immagini ed emozioni uniche. Certo è che in moto, tutto assume un sapore sicuramente più introspettivo e guidare immersi in questi panorami ti lascia sempre addosso un’enorme bellezza.