Scrambler Desert Sled, la Ducati più off e divertente di Borgo Panigale, si rinnova e dimostra essere una moto davvero polivalente su strada e in fuoristrada.
Lo ammetto, non sono un amante del look delle maxi enduro moderne. Così, riflettendo sulle avventure intorno al mondo di Henry Crew e sulla vittoria della Desert Sled alla Mint 400, abbiamo deciso di provarla per capire se può essere una valida alternativa alle “meno sexy” crossover e sue simili.
Quindi siamo saliti in sella per una lunga giornata in giro tra autostrada, statali e percorsi sterrati per capire se la Desert Sled è solo bella o capace di tutto!
Indice dei contenuti:
In una bella e calda giornata di primavera, ci troviamo a Castel San Giovanni con il nostri amici di Blue Bike Camp, Daniele Madrigali e il suo braccio destro “Givi”, specialisti del fuoristrada e nostre guide sulle strade più belle del Piacentino e della Alta Val Tidone, su asfalto e su sterrato.
Novità del 2021
Per quanto riguarda le novità dalla precedente versione, la nuova Scrambler Desert Sled è ovviamente omologata Euro 5 e il motore dal punto di vista delle prestazioni non presenta novità, confermando le sue ben note prestazioni e la dolcezza di gestione su tutto l’arco dei giri.
La novità più importante è data dal Bosch ABS Cornering, disinseribile per la guida in off, che alza notevolmente il livello di sicurezza in frenata. La moto “poggia” su delle solide e regolabili sospensioni Kayaba e sui Pirelli Scorpion ST. Dal punto di vista estetico abbiamo una colorazione molto anni 80 con un parafango posteriore leggermente più lungo, illuminazione a led, strumentazione completa e ben leggibile, nuovi comandi e leve montanti su manubrio con traversino, decisamente “off”.
In sella
Se la vostra preoccupazione sono gli 86 centimetri di altezza sella, sbagliate di grosso, ve lo dice uno con le gambe corte. Il numero potrebbe spaventare i più bassi, che possono comunque per una sella più bassa di 2 cm venduta come accessorio, ma a mio parere fateci prima un giro, prendete confidenza e probabilmente vi ritroverete a investire quei soldi in altri accessori più utili. La posizione di guida è eretta con un’ottima sensazione di controllo sulla moto, anche grazie al manubrio un po’ largo e “crossistico”.
La guida è confortevole sia da seduti che da in piedi, anche se la sella non è delle più morbide (forse perché nuova). Le pedane poggiapiedi hanno i gommini staccabili per la guida in off con stivali dedicati. Le mani e le dita trovano subito i comandi, molto intuitivi, e le leve regolabili agiscono bene sulla frizione, molto morbida, e sul freno molto reattivo e modulabile. Solo il cambio ci tradisce un paio di volte nella ricerca del folle, non precisissimo.
In viaggio
Dopo un breve tratto in città, dove la scrambler gira come un scooterino, quindi perfetta per chi vuole una moto da usare anche tutti giorni per svago o per andare a lavoro, ci infiliamo in autostrada, direzione colli piacentini.
Ovviamente l’aria si fa sentire subito, per questo motivo consigliamo un piccolo deflettore o parabrezza per chi ha intenzione di viaggiare o fare tratte un po’ più lungo, soprattutto col freddo. Ma la velocità di crociera tra 120 e 130 km/h si sostiene senza alcun problema, con una moto che rimane stabile anche con vento forte o nelle turbolenze durante i sorpassi dei camion. La capacità di carico non è il massimo, bisogna aggiungere un portapacchi e due staffe laterali per delle borse morbide, più che sufficienti per un viaggio in solitaria, un po’ scarse per un weekend in due.
Tra le curve
Lasciata la sempre noiosa autostrada, portiamo la Desert Sled a “casa sua” ovvero tra le curve delle statali e delle provinciali di campagna. Qui si entra a tutti gli effetti nella “Land of Joy“. Il motore sale di giri senza strappare o fare scherzi, restando sempre presente in ogni situazione. Il bicilindrico regala quella bellissima sensazione di piacere di guida, in tutte le condizioni, da quella rilassata di una passeggiata tra le colline, a quella aggressiva a caccia di pieghe e tornanti.
La ciclistica è davvero il fiore all’occhiello di Borgo Panigale e non si avverte mai quella sensazione di incertezza, nemmeno nelle curve più tirate, anzi spesso ci si chiede dove abbiano posto il limite. Le gomme sono sicuramente ottime su asfalto, vedremo in off. Il misto stretto è davvero il regno di questa moto e della gamma Scrambler in generale, che dimostra ancora una volta di non essere solo apparenza ma tanta sostanza.
Fuoristrada
Appurata l’estremo divertimento che la Desert Sled regala su strada, non vedevamo l’ora di sporcarci e di capire quanto potesse essere valida in off. Non avendo delle gomme con veri tasselli, non possiamo addentrarci sui percorsi più tecnici e ci limitiamo a salite e discese sui terreni più duri e su quelli più pietrosi. Ecco che la piccola bicilindrica ci fa subito capire quanto abbia voglia di divertirsi.
Come su asfalto, una volta in piedi si perde la percezione del peso di 193 chili a secco e ci si trova a guidare una moto agile e maneggevole su ogni terreno e pendenza. Stretto il serbatoio tra le gambe, disinseriamo l’ABS per avere più feeling di marcia e la moto non si scompone di un millimetro. Il motore non molla mai e non fa mai scherzi, nemmeno nelle andature più lente. La ciclistica, seppur non regolata da noi, risulta essere valida anche sui terreno più malridotti. Le Pirelli si comportano bene, anche nei passaggi più ripidi, meglio ancora se sgonfiate un po’. Insomma un gran divertimento e non una fatica. Solo il raggio di sterzo limita un pochino le manovre più strette ma non risulta mai essere un limite alle nostre esplorazioni.
Pro e contro
Rientriamo alla base, onestamente piacevolmente sorpresi pronti per tirare le somme di una giornata completa di tutto: città, autostrada, statali, fuoristrada. Siamo consapevoli che non si può fare un paragone con moto nettamente diverse, ma spesso quando si deve scegliere una moto, oltre ai dettagli tecnici, è la passione il primo input.
Pro: maneggevole e facile da guidare, motore perfetto e sempre presente, leggera e performante nel misto stretto e in fuoristrada.
Contro: cambio ogni tanto impreciso nella ricerca del folle, sella un po’ rigida dopo un po’ di tempo, capacità di carico limitata.
In conclusione
Non avrei mai pensato che una moto così “cittadina” potesse rientrare tra le mie 5 preferite. Abbiamo voluto testare questa moto anche per capire se potesse essere una valida alternativa alle maxi-enduro e alle crossover, sicuramente pratiche, ben accessoriate e molto comode, ma onestamente molto poco attraenti e, come sappiamo, anche l’occhio vuole la sua parte.
A mio giudizio è la moto ideale per chi cerca una vera tuttofare a patto che ne accetti alcuni limiti: è comodissima in città, con un baricentro basso e ingombri minori di una maxi di pari cilindrata; va bene in autostrada ma non sarà mai ospitale come una crossover sulle lunghe tratte; vi farà divertire un sacco tra le curve, anche se non potete montare un tris di valige rigide (per fortuna!); vi porterà sui terreni più impervi, lasciando indietro gli amici con le maxi che hanno paura della polvere; ha pochi fronzoli e pochi accessori ma al semaforo e al bar guarderanno voi, non i vostri amici; loro arriveranno a casa meno stanchi e più puliti, ma non avranno il vostro sorriso quando la mettete in moto e quando andrete a lavarla.
Quindi se non pensate di andare a Capo Nord in dieci giorni (ma magari in venti), se non avete bisogno di portarvi dietro la casa (perché non serve) e se volete fare qualche evento di Adventure Touring con una moto più leggera e più bella della media, andate a provarla!