Airoh, l’azienda produttrice di caschi, ci ha ospitati in fabbrica, in provincia di Bergamo, per svelarci i segreti del suo successo.
E’ Antonio Locatelli in persona, fondatore e titolare di Airoh, accompagnato da tutto il team, ad accoglierci e accompagnarci nella fabbrica dove si progettano e si costruiscono i caschi che proteggono noi e i piloti più famosi, come Tony Cairoli, Herlings, Locatelli, Prado, Jarvis, Holocombe, Cerutti… solo per citarne “alcuni”.
1Uno stabilimento all’avanguardia
Andando in ordine di importanza “tecnologica”, è doveroso parlare in primis della galleria del vento di cui Airoh ha deciso di munirsi per essere un passo davanti a tutti. La Locatelli S.p.A. è di fatti l’unica azienda italiana ad averne una “in casa” e per di più con la potenza necessaria per testare i propri prodotti fino a 210 Km/h.
Un’investimento notevole ma che amplifica il valore di “ricerca e sviluppo” che in Airoh è al centro di tutta la produzione. Sembra facile “generare” un casco, ma non scherzo quando si parla di almeno 18 mesi, per realizzare un modello nuovo.
2Come nasce un casco
Riassumere 18 mesi in poche righe è un’impresa, non me ne voglia il Boss.
Si parte dal modello grezzo, che viene realizzato a mano da un modellista specializzato, che passa ore, giorni e settimane a definire la “bozza”, mentre nell’ufficio di fianco studiano, realizzano, modificano, perfezionano componenti, materiali, meccanismi, disegni.
Dal modello “fatto a mano”, si passa allo studio tridimensionale, dove vengono corrette le misure, le simmetrie e le forme. Parallelamente, la stampante 3D realizza altri componenti, tutto sotto la supervisione degli ingegneri e del Boss. Non oso immaginare quanti siano i passaggi di un casco tra queste tre sezioni. Loro ci perdono la testa, ma salvano la vostra!
Definito il prototipo, completo di interni, meccanismi, visiera, prese d’aria, si arriva finalmente alla galleria del vento, dove viene emesso il verdetto più atteso.
L’impianto permette di analizzare non sono il flusso dell’aria intorno al casco, nelle varie posizioni e inclinazioni (che possono variare in base al tipo di moto, di posizione, di stile di guida), ma anche il flusso interno e le temperature “in marcia”. L’obiettivo è studiare le sollecitazioni, il comfort, l’isolamento acustico, l’impermeabilità, e scoprire eventuali errori di progettazione.
3Dall’Italia al resto del mondo
Un processo lunghissimo, come vi avevo anticipato, sia per la ricerca della perfezione del personale e del titolare che per i numerosi passaggi del prodotto da un reparto all’altro prima che sia “approvato”, testato, omologato, e immesso sul mercato o in pista.
Questa politica e lo stabilimento che abbiamo visitato, dimostrano la serietà dell’azienda bergamasca, il desiderio di crescere, in termini di qualità e sicurezza. Infatti il passaggio finale è da “colui che spacca tutto” ovvero l’ingegnere addetto ai test di sicurezza, sia per l’omologazione CE che per la DOT (per i caschi destinati al mercato americano).
4REV 19 e le 4 Stlle SHARP
Il successo di Airoh, non è solo quindi “sulla testa” dei piloti migliori delle piste di MXGP o Moto2, ma anche e soprattutto nei riconoscimenti che ottengono, come le 4 stelle SHARP (Safety Helmet and Assessment Rating Programme) assegnate al casco REV 19.
I criteri di valutazione di Sharp sono molto rigidi e, riuscire ad ottenere un risultato come quello ottenuto da REV 19 di AIROH, è sinonimo di garanzia per un prodotto davvero efficiente e sicuro: il livello di protezione offerto, in caso di urto, è risultato eccellente nella parte frontale e posteriore, molto buono lateralmente.
REV 19 combina la versione integrale alla versione jet in un unico modello, dinamico e moderno, capace di adattarsi ad ogni condizione di guida e ad ogni esigenza di sicurezza e comfort. Il modello 2-in-1, in termoplastica, integra il meglio di entrambi i caschi, come la visiera extra Wide per una migliore sicurezza attiva, la visiera parasole a scomparsa, Stop Wind e predisposizione per il montaggio di sistemi Bluetooth.
La comodità del REV 19, in ottica touring, è rappresentata dal flip-up che permette una rotazione della mentoniera di 180°, passando quindi dalla protezione del casco integrale al “fresco” ma pur sempre protettivo casco Jet da touring. Ricordiamo infatti che il REV 19 gode della doppia omologazione P/J.
PIEGA MANGIA VIAGGIA