Suzuki Katana Jindachi, la storia del motociclismo ritorna a spalle larghe sull’asfalto del nuovo millennio. Possiamo definirla una retrò sportiva tuttofare?
Il nome per quelli che come me negli anni 80 andavano già in moto, dice molto. La Katana in quegli anni divenne subito un mito grazie alle sue doti, sopratutto motoristiche, ma non solo. Il suo particolare stile fece la differenza rispetto le sue cugine con gli occhi a mandorla, tutte abbastanza simili tra loro e infatti ebbe un grande successo.
1Esteticamente unica
Con il nuovo progetto, la casa di Hamamatsu ha voluto solo richiamare lo stile della vecchia Katana che ritroviamo prevalentemente nel cupolino, dalle linee tese e dal grosso faro rettangolare centrale che ovviamente oggi ha ottenuto tecnologia led, come anche tutte le altre luci, frecce incluse. Anche il serbatoio richiama il passato, un pochino bombato, mentre la parte posteriore del codino segue le nuove tendenze, sovrastato dal bel sellone che nel ns modello è impreziosito da inserti rossi che poi richiamano le scritte sul serbatoio e gli adesivi dei cerchi della stessa tonalità, troviamo anche due piccoli spoiler che lo affinano e lo rendono ancora più sportivo. Il progetto nel suo insieme convince e denota uno stile inconfondibile. Insomma Suzuki ha voluto rispettare il passato, ma modernizzando l’insieme. Non la definiamo quindi una pura replica come su altri modelli della concorrenza; qui è tutto nuovo pur richiamando uno stile nato nel passato.
Motore, telaio e meccaniche varie sono tutte in tonalità nera, in contrasto con le sovrastrutture che sul modello da noi provato, sono in argento metallizzato. Mantiene la tonalità nera anche il forcellone a cui è collegata la targa tramite una robusta struttura e quindi completamente separata dal codino. Scelta appropriata per lo stile sportivo e moderno della moto.
Suzuki offre anche la moto completamente nera, forse ancora più cattiva, ma si vedono meno le linee e quindi si perde un pochino in personalità. Forse i più giovani preferiscono la linea aggressiva mentre i nostalgici quella argento ? Come sempre, piace quel che piace !
2La versione Jindachi
Siccome Suzuki ci vizia, il modello che ci hanno affidato è il top di gamma, denominato Jindachi beneficiando di accessori che sul modello base si possono avere come extra. Facendo i conti, per chi volesse il pacchetto completo, conviene prendere la versione top, risparmiando non poco.
La differenza principale è il bellissimo scarico corto Akrapovic, snello e rifinito in carbonio. Lo consigliamo vivamente per lo stupendo sound che emette quando si insiste con il gas, ma anche andando piano appaga il suo cupo brontolio che segnala il vero carattere della moto, una belva amica.
Altri dettagli sono più estetici che altro, come il cupolino fumé, alcuni inserti sul serbatoio che richiamano il carbonio, adesivi rossi con la scritta del modello sui cerchi e la sella bicolore.
Sul fronte prezzi, il modello più accessoriato costa 14.290 Euro mentre quello base 13.690 Euro. Solo la marmitta costa euro 915 e quindi il confronto è nettamente a favore della più accessoriata ed accattivante Jindachi.
3Come va
La cilindrata è il solito 1000 cc (999 per l’esattezza), che è stato appositamente ingentilito per questo modello ottenendo un risultato veramente ottimo. Reagisce pronto ai bassi per poi salire con una progressività unica nei 4 cilindri, fino a scatenarsi agli alti.
Il più bello avviene comunque tra bassi e medi giri dove lo si potrebbe paragonare ad un bicilindrico che sappiamo ha doti di coppia superiori e maggiore progressività. Qui però essendo un quattro di derivazione sportiva, si unisce la fluidità alla potenza, generando un connubio veramente superlativo. Dobbiamo fare i complimenti a Suzuki. Godibile in tutte le occasioni. Dal passeggiare lungo il lago in coppia, al divertimento ed adrenalina in pista.
Sul fronte gomme niente di nuovo e va bene così: ant. 120/70 e post. 190/50. Ottime le coperture presenti sul nostro modello, Dunlop Sportmax Roadsposrt che non hanno dato problemi in tutte le condizioni delle nostre prove.
Il serbatoio di 12 lt appare appena sufficiente, soprattutto se si guida sportivamente, dove ovviamente i consumi di un 4 cilindri con questo bel carattere sportivo diventano sostenuti. Pur essendo una moto molto comoda e quindi votata anche al turismo ed ai lunghi tragitti, l’autonomia ci sembra molto limitata, costringendo a più frequenti soste. Almeno un paio di litri in più avrebbero aiutato.
4Come danza
Sul fronte della ciclistica tutto bene, salvo qualche sacrificio sul pavé o sullo sconnesso cittadino, ma sappiamo che non si può volere tutto. La rigidità delle sospensioni comunque regolabili, non aiutano in quelle occasioni, ma danno il meglio su percorsi misti e guidati, anche ad andatura elevata. Se si spinge oltre, l’avantreno si alleggerisce innescando fastidiosi beccheggiamenti che inducono a ridurre l’andatura. Portare al limite questa moto è comunque veramente difficile vista la potenza di cui è dotata, ma a voler insistere con il gas, appena l’asfalto non è perfetto, questo disturbo ti avvisa che si è superato il limite ed è meglio non insistere, anche se il motore ne ha ancora (sembra praticamente infinito). Quindi nulla di pericoloso, ma è bene saperlo e tenerlo in considerazione. Il posteriore invece resta sempre stabile e si è anche aiutati dall’elettronica del traction control regolabile. Noi lo abbiamo lasciato sul livello 3 dove interviene solo in forti accelerazioni e lascia comunque divertirsi in sicurezza. Lo abbiamo notato solo dalla spia che si accendeva sul bellissimo e veramente completo cruscotto digitale, quindi senza disturbare nella guida anche forzando. Se si preferisce minore o maggiore intervento, lo si può comunque personalizzare. L’ABS invece è fisso ed a basse andature sullo sconnesso è entrato in azione anche troppo presto. Forse su un modello cosi sportivo, lo si poteva ritardare ulteriormente, ma stiamo parlando di dettagli quasi ininfluenti nella guida.
Il peso di soli 215 kg in ordine di marcia garantisce una guida veramente vivace e con poco sforzo. Naturale in ogni occasione, la si guida con estrema facilità. La posizione con il bel manubrio largo è naturale, le gambe sono comode anche per chi è abbastanza alto è si lascia notare l’estrema snellezza della moto che permette una guida molto sportiva, ma anche estremamente rilassata e comoda in tutte le occasioni.
5Io la comprerei perché…
Su strada ritengo sia perfetta, abbinando le doti del motore da grande sportiva al piacere di giuda ovunque. I tornanti o le rotonde offrono persino divertimento per quanto è agile la moto grazie all’elasticità e fluidità del motore, ma anche alla estrema versatilità del mezzo.
Anche il passeggero gode di spazi decenti e la sella è comoda, cosa impossibile su modelli più pistaioli. Per ultimo segnaliamo la particolare snellezza della moto al centro e quindi con grande spazio per muoversi sulle gambe o sulla sella quando ci si impegna ad affrontare percorsi guidati con la voglia di andare, cosa che vi assicuro capita spesso. Le sensazioni che regala nel misto ed anche nel misto stretto per questa generale leggerezza, sono veramente appaganti. Una vera fuoriclasse delle curve. Un mezzo che non vi farà pentire mai di averlo acquistato.
Testi di Stefano Guazzaroni – Foto di Fabio Casuccio – Video di Fabio Capone
Casco | Arai Concept-X |
Abbigliamento | Spidi |
Elettronica | Interfono Bluetooth SENA 10C EVO |
PIEGA MANGIA VIAGGIA