Motoairbag V3 è l’ultimo modello presentato dalla più nota azienda italiana produttrice di airbag da moto: ecco la nostra video recensione.
Dopo 3 mesi di intenso utilizzo possiamo finalmente svelarvi tutti i dettagli del Motoairbag V3, il dispositivo di sicurezza con airbag integrale per schiena e torace prodotto in Italia.
Oltre a testarlo, sia in giro in moto che fisicamente con una prova statica di apertura, abbiamo anche fatto un salto in fabbrica da Fabio Colombo, ideatore del Motoairbag e Amministratore dell’azienda, che di recente è stata anche premiata e selezionata da Esselunga con l’inserimento del MAB vZERO nel catalogo Fidaty.
Indice dei contenuti
Entriamo nel dettaglio del prodotto e vediamo com’è fatto e come funziona e perché vale “evolversi” all’uso dell’airbag.
Com’è fatto
Il gilet V3 è un sistema con 2 airbag (uno posteriore e uno anteriore) e un unico dispositivo di attivazione. Oltre ai materiali a prova di abrasione, foratura e riflettenti, il V3 ha due sacche di gonfiaggio (posteriore di 15 litri e anteriore di 10) che vanno a proteggere il pilota lungo tutta la colonna vertebrale (dalla testa al sacro) e il torace, con un tempo di gonfiaggio totale di 80 millisecondi.
La cordura esterna è molto robusta e i materiali riflettenti si notano a notevole distanza di giorno e di notte. Sulla parte frontale è presente anche una piccola tasca per chiavi o telepass. All’interno troverete la cintura di “fissaggio” al corpo, che serve appunto per ancorare bene il gilet in caso di apertura in modo che rimanga sempre nella posizione corretta per proteggervi.
Il gilet è disponibile in colorazione nera, gialla o grigia e ha un prezzo di listino al pubblico di Euro 599,00.
Come funziona
Il fastlock è sistema meccanico che regola il movimento del cordino che si lega alla moto e che lascia la totale libertà di movimento, entrando in funzione soltanto al bisogno. Come le cinture di sicurezza, il sistema “elastico” si blocca con una trazione superiore a 15 chilogrammi: quando questo accade, si sgancia la “sicura” sul sistema di attivazione (un po’ come la spoletta di una granata) e a questo punto si attivano le 2 cartucce d’aria ad alta pressione che istantaneamente gonfiano l’airbag.
Dopo l’attivazione il sistema inizia a sgonfiarsi molto lentamente per offrire comunque ulteriore protezione dopo l’impatto, per poi svuotarsi completamente ed essere “ri-attivato”, anche a cura del pilota, se il gilet non ha subito danni che ne pregiudicherebbero l’attivazione. Quindi, se si tratta di una banale caduta potete sistemarlo e ripartire. Per questa operazione è disponibile un kit di ripristino dal costo di 50 Euro, con tutto il necessario: ricambi, istruzioni e check list di sicurezza. In caso di danni maggiori è opportuno rivolgersi al proprio rivenditore o all’azienda per valutare eventuali riparazioni o sostituzioni.
In movimento
Il nostro test in fabbrica è stato ovviamente statico, in quanto BMW non ci ha autorizzato a sdraiarci con la loro R18 e mia moglie non voleva che rovinassi i jeans avuti per natale.
Quindi, come avete visto nel video, abbiamo preso un peso da circa 16 chili e lo abbiamo lasciato cadere su una caviglia per simulare l’attivazione. Tutto come da manuale, il sistema si è gonfiato, la caviglia pure, e ci siamo ritrovati con un pallone durissimo intorno al corpo, roba da prenderci letteralmente a sprangate senza sentire nulla (ottimo anche quando si torna in casa tardi dopo il giro della domenica, mentre la moglie voleva andare all’ikea).
E in moto? Non cambia niente, se non che vi abituerete presto a indossare uno strato in più, che pesa un pochino le prime volte (quasi 2 chili possono sembrare tanti) ma dopo poco vi dimenticate di averlo addosso. Ovviamente è tutto soggettivo, ma io sono uno sempre stato insofferente delle “cose di troppo” e in questo caso mi sono dovuto ricredere. Una volta presa la mano con l’attacco del moschettone fastlock, sia in salita che in discesa dalla moto, il peso non si avverte quasi più mentre si guida. Dovete solo ri-organizzare cosa tenere a portata di mano in quanto il gilet copre il vostro giubbotto e le relative tasche.
Tra l’altro per due volte di fila sono sceso senza sganciarlo e non si è aperto, anche perchè mentre scendete la moto è già sul cavalletto e vi incastrate colla gamba sul cordino, quindi ve ne accorgete subito.
Conclusioni
Dopo essere stati per molto tempo scettici possiamo quindi affermare che il peso o le modalità di utilizzo non sono scuse sufficienti a non valutarne l’acquisto. Tra l’altro, la tecnica del lasciarlo sul giubbotto mentre lo si indossa e lo si toglie, funziona benissimo. Per questo motivo abbiamo deciso di prenderne uno anche noi, come fedele compagno di viaggio, per tutte le nostre attività su strada.
Come ha detto Fabio Colombo “non è un sistema salva vita ma offre una chance in più” e come tutti sapete, in moto, più fare davvero tantissima differenza.