In moto sulle Alpi occidentali, tra Francia e Italia, su ben 11 passi di montagna, tra laghi, canyon e paesaggi incantevoli.
È fine maggio è da pochi giorni ho ritirato la mia nuova compagna di avventure, una Honda Crosstourer 1200. Decidiamo subito di metterla alla prova con un bel weekend in solitaria sulle Alpi partendo da Cuneo. Clicca qui per la gallery
Altitudine massima | 2.770 |
Percorrenza totale | 962 Km |
Numero di tornanti e curve | infinito! |
Periodo migliore | giugno > settembre |
Condizioni stradali e note | Prestare attenzione agli animali al pascolo e all’asfalto pericoloso in alcuni tratti più esposti a intemperie e ghiaccio |
Carico tenda, sacco a pelo e tutto il necessario, porterò con me una vecchia cartina. Per questo giro non userò nessun navigatore o gps.
Indice dei contenuti
- Moncenisio e Col du Galibier
- Col de Croix de Fer e del Lautaret
- Col del Izoard e de la Bonette
- Col de Champs e Gorge de Daluis
- Gorges du Cians e Colle della Lombarda
I colli non sono ancora tutti accessibili, ma questo non mi ferma, nel caso improvviserò e andrò a caccia di strade secondarie.
Moncenisio e Col du Galibier
È sabato mattina il cielo è limpido e le temperature iniziano a farsi estive, mi dirigo verso il torinese, più precisamente in val di Susa, dove, proprio nell’omonimo paese, imboccherò la strada per il colle del Moncenisio. La strada larga e ben asfaltata, inizia a far spazio a panorami che solo le Alpi possono regalare. Arrivo in cima e il Lago del Moncenisio si mostra in tutta la sua bellezza, purtroppo l’inverno é stato secco, quindi il livello é basso ma il colore è cristallino e rispecchia le vette che lo circondano. Riparto in direzione del Colle del Galibier, uno dei colli più alti delle Alpi, ma a qualche decina di km dalla vetta scopro che il passo è ancora chiuso.
Col de Croix de Fer e del Lautaret
Apro la cartina e vedo che non molto distante c’è il Col de la Croix de Fer, che mi porterà verso sud rimettendomi sull’itinerario che avevo in mente. La strada si fa più stretta, pochissimo traffico, ecco quello che cercavo, questo è un passo meno blasonato dato la sua altezza, ma regala dei paesaggi che mi fanno fermare innumerevoli volte per contemplare la sua bellezza.
Prossima tappa Colle del Lautaret, che mi porterà a Briançon, dove decido di fermarmi in un campeggio. Non è ancora tardi ma, dato il periodo, non sono sicuro se i campeggi nei paesi più piccoli sono già aperti. Dopo due passi in centro, un trancio di pizza e una birra decido di andare a dormire.
Col del Izoard e de la Bonette
È domenica sono le 7 e la moto e già carica, la strada da percorrere e tanta, ma un cielo limpido mi accompagnerà anche oggi. Prima tappa della giornata il Colle dell’Izoard, questo passo ha una particolarità, il suo paesaggio in prossimità della cima diventa “lunare”, solo rocce e massi dalle particolari forme. Proseguo verso il Colle del Vars e raggiungo Barcellonette. Essendo presto decido di fare una piccola deviazione sul Col de la Bonette che, dall’alto dei sui 2715 metri, non delude mai: muri di neve alti un paio di metri fanno strada per raggiungere la prossimità. Ripercorro la strada in senso contrario e raggiungo la città di partenza.
Col de Champs e Gorge de Daluis
Da qui seguo le indicazioni per il Col d’Allos e successivamente per il Col de Champs, due passi dove la strada si fa molto stretta e ricca di tornanti con un susseguirsi di paesaggi che non rendono mai monotono il viaggio. Raggiungo il paese di Guillaumes da dove parte uno dei pezzi forti di questo giro, le Gorges de Daluis, una strada tutta curve che costeggia questo canyon di rocce rosse in cui scorre il fiume Vars. Consiglio di percorrere la strada in entrambi i sensi, infatti hanno due corsie separate: una passa in 18 gallerie scavate nella roccia mentre l’altra è sempre a strapiombo.
Il rientro
Si sta facendo tardi, decido di mettermi sulla strada del ritorno, proseguo verso le Gorge du Cians, il Col de la Couillole e infine il Colle della Lombarda, un percorso secondario che mi riporta in Italia a un’ora da Cuneo.
Il tachimetro segna 900 km dall’inizio di questa fuga, chilometri percorsi con assoluta tranquillità, poco traffico, paesaggi incontaminati, aria pulita, marmotte che scorrazzano. Le Alpi riescono sempre a regalare forti emozioni, anche dopo anni ripercorrendo le stesse strade le si vive sempre con occhi diversi; un patrimonio naturalistico e culturale che va protetto e rispettato sempre.
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